Da quando è iniziata l’avventura del suo gelato “al contrario” - così proclama da circa 10 anni l’insegna Otaleg - Marco Radicioni ha sempre lo stesso pallino: togliere tutto dai suoi gelati - anche l’acqua dai sorbetti -, fuorché le materie prime da mantecare. Viscerale la curiosità che lo spinge alla ricerca di nuove idee e di persone che ispirino il suo lavoro, produttori e appassionati conoscitori di un alimento purché si possa mantecare.
Dal suo Lazio latte, formaggi e yogurt - mucca, pecora, capra solo da piccole fattorie -, erbe spontanee, miele e frutta di stagione. Si esce dalla regione per agrumi calabresi e siciliani - i sorbetti di arance rosse e clementine sono delle perle di gusto e freschezza -, pistacchio turco (il suo preferito), a cui dedica sempre variazioni secondo fantasia (come Elisir, crema all’anice con riduzione di arancia e pistacchi croccanti), cioccolata dai migliori paesi del globo. Così nasce una linea che non è mai la stessa, in continuo divenire tra sorbetti che hanno l’intensità delle creme e creme suadenti, sfidando il palato della clientela con gusti estremi e scherzi - yogurt di pecora della Sabina, formaggio Caciomagno e arancia rossa, Viennetta fake - e “compiacere” la fila di icecream losers stranieri che fa il giro del palazzo - siamo a Trastevere - con stracciatella, caffè, nocciola, arachidi salate dalla qualità stellare.
Il nuovo Otaleg in via dei Quattro Venti apre con una linea di pasticceria che ben si accosta ai suoi gelati - maritozzi e cornetti - insieme a espressi e caffè filtro di qualità da gustare in un luogo accogliente.
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Romana, classe 1977, ha lavorato al Gambero Rosso come curatrice della guida Gelaterie d’Italia per due edizioni. Le piace raccontare storie di persone (contadini, casari, cuochi e artigiani…). Neonata contadina e apicoltrice, alterna al lavoro alla scrivania, la vita di campagna insieme a cani, conigli, asini e galline, tutti parte di una grande famiglia. Instagram @agricolaperpassione