La maggior parte dei ristoranti indiani a Manhattan si trova su Lexingtoin Avenue tra ventiquattresima e trentaquattresima. Non a caso la zona viene chiamata Curry Row. Una concentrazione fuori dal comune. Ma il ristorante indiano che sta spopolando a New York è nel Lower East side, su Delancey, in uno spazio dell'Essex Market, ultimo nato tra i market dove durante il giorno si può fare una spesa di ottimi prodotti e anche trovare una food court dove pranzare. Qualcosa di simile al Chelsea Market, ma senza il fascino di un palazzo storico, infatti non è una meta turistica, bensì una destinazione per i residenti.
La sera il mercato è chiuso ed è aperto solo il ristorante. Chintan Pandya e Roni Mazumdar i fondatori di Dhamaka, ex Rahi e Adda, hanno unito le loro forze con successo, nonostante la pandemia li abbia costretti a rinviare l'apertura. La sfida, stravinta, è stata di presentare una cucina indiana diversa da quella oramai stereotipata dove la fa da padrone il chicken masala.
Il menu propone piatti regionali ritrovati dalle ricerche di Pandya quando ha deciso di aprire il nuovo locale. Inoltre ci sono ricette della cucina di casa: un esempio è il Rajastani khargosh, coniglio cucinato intero che viene preparato una sola volta alla settimana e va prenotato. È diventato velocemente il piatto più difficile da ordinare a New York, tanto che neppure Pete Wells, il temutissimo critico del New York Times, è riuscito ad assaggiarlo, ma ha dato comunque una recensione positiva. Per prenotare usate la piattaforma resy.com, il ristorante non ha un numero di telefono.
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dopo 29 anni, ha lasciato la redazione sportiva di Mediaset e si gode la pensione dopo aver raccontato 16 Olimpiadi, 6 Coppe America di vela, le imprese di Tomba e Pellegrini. Ora collabora con Il Foglio sportivo e il sito oasport.it. Ha un'antica passione per il cibo