Ci sono molte ragioni per voler andare - e tornare - a El Preferido, all’incrocio tra le strade Borges e Guatemala, nel quartiere di Palermo. Aperto nel 1952 da due asturiani come un almacén (negozio di alimentari) e bodegòn porteño (un posto in cui cioè si mischiano, in un ambiente informale, le radici culinarie dell’immigrazione italiana e spagnola con quelle argentine), chiude nel 2018 e viene ristrutturato e riaperto nel 2019 dai due soci Guido Tassi e Pablo Rivero (rispettivamente chef e proprietario del super blasonato Don Julio che si trova a una manciata di metri).
La volontà è quella di salvare un pezzo di anima del quartiere (citato da Borges in Fundación mitica de Buenos Aires, questo “almacén rosado” rientra nella lista dei bares notables della città) preservandone l’estetica originale, sia nel disegno che nella proposta.
Il menu è disegnato da Tassi e dal suo amore per la stagionalità e per l’orto, e magistralmente eseguito da Martin Lukesh, mantenendo lo spirito originario, sommando alla tradizione la tecnologia, usando solo materia prima eccellente, elaborata e servita con una tecnica e un servizio perfetti. Tortilla, burrata, vitello tonnato, tante verdure, milanesa (si, la cotoletta: il vero piatto nazional popolare argentino). Non mancano i legumi, il pesce, e ovviamente dei tagli di carne. Si aggiungano i salumi artigianali elaborati da Tassi (eminenza in fatto di chacuterie), i gelati della casa e una selezione di etichette molto interessante. Cos’altro serve per essere felici?
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Tavoli all’aperto
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classe 1979, nata a Milano da madre altoatesina e padre croato cresciuto a Trieste. Ha scritto (tra gli altri per Diario e Agrisole), tradotto (tra le altre cose: La scienza in cucina di Pellegrino Artusi), mangiato, degustato e fotografato Argentina, Cile e Guatemala per più di 5 anni. Dal 2016 vive in Sicilia e collabora con Wine in Sicily