Se la definizione "enoteca con cucina" rende appena l'idea di una bella selezione di vini accompagnata da piccoli piatti interessanti, i francesi hanno saputo fare decisamente meglio di noi, raccontando in tre parole una nuova generazione di appunto enotecari che se la cavano egregiamente in cucina, con piatti da condividere a prezzi popolari e ostriche volanti in assiette di varia dimensione, in luoghi arredati con il giusto gusto del momento e con una netta predilezione per i vini naturali: ecco che da "cave à vins" e "salle à manger" spunta fuori la squisita crasi "cave à manger".
L'archetipo - o quantomeno una dei più brillanti esempi del genere è Au Passage, riconoscibile dal piacevole brusio che emana da una strettoia (nomen omen, un passaggio) nel cuore del Marais. Verticali di formaggi dei più sperduti angoli della Francia e pile di ostriche, dunque, ci sono. Ma ci sono anche interessanti tagli di quinto quarto, verdure nella loro interezza lavorate con incisiva semplicità, dolci di un piacevole grasso morbido, rotondo che si alternano in menù a ritmo quotidiano, a seconda di quel che arriva in cucina.
Ad accompagnare - anzi affiancare, con equa centralità, è la selezione dei vini naturali, di intensità e ardore variabili su una scala che va da zero a infinito. Lanciate pure tre aggettivi in franco-italiano o italo-francese, i ragazzi di sala sapranno portarvi la bottiglia perfetta per il vostro livello di confidenza con gli odori di stalla e fieno.
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convinta che si possano cavare storie anche dalle rape, lavora su strategie di comunicazione e sulla redazione di contenuti per Slow Food Editore, riviste e aziende del mondo gastronomico