Atmosfera impreziosita da arredi di grande eleganza. Luci calde, accoglienza impeccabile ed ecco che il traffico napoletano - siamo in centro città - è già un lontano ricordo. Diverse sale interne, per offrire la scelta giusta in più momenti della serata, dall’ora dell’aperitivo fino al dopocena.
Dal tavolo sociale, alle salette private, fino al sushi-bar, per un'esperienza one-one tra brigata e cliente. Sul beverage, focus sulla mixology, attraverso creazioni ben concertate tra bar e cucina. A proposito di cucina, lo chef Giacomo Ignelzi è uno che ama mescolare le carte. Ispirazione nipponica, senza dimenticare occasionali slanci verso l’occidente. “Vengo dalla scuola di Niko Romito, ho imparato quanto sia importante standardizzare ed offrire un servizio di alto livello, ma che sia sempre lo stesso. Un marchio riconoscibile e rassicurante, nonostante la nostra sia una proposta che rompe nettamente gli schemi con la Napoli che tutti conoscono”.
Intrigante il tour di piatti fusion da mangiare, spesso e volentieri, con le mani e one shot. Per citarne alcuni: Orange Ebi, ovvero Gambero rosso di Mazara del Vallo, marinato in salsa ponzu e sishimi, servito con cialda ai carboni attivi ed arancia croccante. E, irrinunciabile, l’Akamisando, un sandwich croccante profumato di agrumi, servito con tartare di tonno e maionese al wasabi. Dicevamo mixology, ma anche vini. La carta è all’altezza delle aspettative alimentate da un luogo così raffinato. Le giuste etichette per esaltare le sferzate in arrivo dalla cucina: una bella giostra, per un insieme di grande godimento a tavola.
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classe 1977. Nata ad Ischia. Esperta food&wine, scrive di ristoranti, grandi alberghi, prodotti di nicchia ed eroici produttori. Sommelier Ais, attualmente si divide tra Ischia, Napoli e Roma, sempre a caccia di nuove storie da raccontare