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Nonostante il posizionamento del suo locale renda difficile schivare i flussi del turismo mordi-e-fuggi (dista non più di 100 metri dalla sempre più affollata piazza San Marco), Giovanni Mozzato ha dato forma a una delle proposte eno-gastronomiche più interessanti della città, facendo leva su una poderosa carta dei vini e su una cucina che si distacca dai comuni schemi veneziani.

I cuochi all'opera sono due, in posizione paritaria: Davide Scarpa e Leonardo Bozzato. Competente, solido, concreto il primo; più creativo, indagatore di ricette vicine e lontane il secondo. Le pietanze che nascono dalla loro collaborazione rappresentano Venezia in maniera esemplare, non tanto e non solo per l'utilizzo di ingredienti locali, quanto per la capacità di interpretarne le caratteristiche di maggiore rilievo storico: la contaminazione e la fusione culturale.

I risultati sono convincenti: può capitare, per esempio, di assaggiare a fianco al classico baccalà mantecato, una versione in umido con 'roti canai', pane preparato secondo tradizione malese, oppure un Filetto di rombo 'come uno yakitori' (giapponese) con pak choi (cavolo cinese) e tom yam (salsa tailandese).