Correva l’anno 2000 quando il giapponese Nobu Matsuhisa, chef e imprenditore di successo, scelse Milano e il quartier generale dello stilista Giorgio Armani come luogo ideale per rappresentare la sua cucina e il suo sushi. Un ristorante prestigioso che dal 2009 a oggi vede alla guida il cuoco Antonio D’Angelo, di origini campane, un ragazzo che ha fatto tanta gavetta. Da buon campano D’Angelo applica la sua vocazione culinaria interpretando il pomodoro, il limone, i friarielli e la colatura di alici, un tocco del sud che esalta il suo menu. Per il sashimi lavora pesci delicati, valorizzati da tagli più sottili e ben armonizzati a salse nippo-italiane molto equilibrate.
Imperdibile il sashimi Cicala dry miso, con la cicala appena scottata e condita con un olio blend di sesamo e oliva, guarnita con una salsa ai semi di tamarillo e gelatina di pomodoro peruviano, asprigno e al contempo aromatico. A questo si aggiunge un’insalata di wakame, quinoa, erba cipollina e cipolla rossa. Paradisiaca la degustazione del Raviolo di Wagyu condito con la versione tutta italiana della salsa teriyaki che «si trasforma in cipolla caramellata liquida».
Il cuoco ha voluto esplicitare la sua passione per i frutti della terra con l’Orto di Mimì, un omaggio al padre che adorava curare la terra. Siamo alle porte di Milano: i mesi di lockdown hanno portato Antonio ad avvicinarsi alla natura e creare questo meraviglioso concetto green tra wasabi, daikon e molti ortaggi italiani. Un orto che soddisfa quasi totalmente il fabbisogno del ristorante.
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Tavoli all’aperto
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laureata in Psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione. Autrice di diversi libri, ultimo Vino: Femminile, plurale (Giunti)