Club del Doge al Gritti Palace

Uno dice Club del Doge e il pensiero, inevitabilmente, va dapprima al Gritti Palace che lo ospita, l'hotel-gioiello affacciato sul Canal Grande, con una delle viste più spettacolari sulla laguna e una storia unica, il palazzo risale al 1475, era nato come casa nobiliare e, anche adesso che s'è convertito all'accoglienza di lusso, mantiene intatta l'atmosfera raffinata, emana la sensazione d'essere ospite di qualche illustre patrizio veneziano d'antan.

Dunque, lo chef Alberto Fol è chiamato innanzitutto a conferire un'identità al Club del Doge, a non vederlo oscurato dal favoloso guscio che lo ospita. Ci riesce senza frilli e lazzi, ma con scaltrezza: lui è veneto di montagna, di Falcade, scarpe grosse, cervello fino. Racconta a tavola proprio la sua discesa al mare, partendo dalla Tartare di cervo, garum di sarde e radici invernali per arrivare al Collo di ricciola, broccolo fiolaro di Creazzo e salsa al cren. La sua è una cucina di assoluto livello, mai banale; ciò, anche grazie all'eccellenza della materia prima vegetale: viene Orto Giardino del Redentore, in Giudecca, "adottato" dal Gritti Palace all'interno di un progetto a tutela del patrimonio culturale e naturale cittadino.