Brace è un ristorante diventato grande nel tempo, un locale che ha saputo imporsi all'attenzione della clientela internazionale e non solo in un piazza come Copenhagen, la quale non offre certamente poche alternative a chi vuole concedersi esperienze di fine dining.
Ma questo è il punto. Il bresciano Nicola Fanetti, pur essendo transitato come molti da Noma, in realtà ha saputo sviluppare un piacevole e intrigante ibrido di cucina che riassume molte sensazioni al palato. Non strettamente nordiche. ma che all'occorrenza sfoderano persistenti intuizioni italiche, tocchi di artigianalità regionale, Faraona con pak choi e paste fresche, Ravioli con gamberetti norvegesi o il Topinambur grigliato con tamarindo. L'impronta italiana è preponderante, certo, ma i piatti conducono per mano in diverse direzioni e uniscono con grazia l'eleganza e l'essenzialità del design di queste latitudini alla concretezza e alla profondità dei sapori.
Provare per credere, come diceva un famoso venditore, assaggiando i Fusilloni con crema di pinoli, pesto di zenzero e uova di aringa, o i Cavoletti di Brussels in tempura con miele di mele e porcini. La scelta della materia prima al ristorante, sin dalla sua apertura avvenuta nel 2016, è legata a una rigorosa selezione di prodotti organici e a rapporti stretti con i farmer locali.
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giornalista per riviste di turismo ed enogastronomia italiana, ama le diverse realtà della cucina internazionale e viaggiare