Kappou indica le tecniche di base della cucina tradizionale giapponese, e ancora che i posti a sedere sono nello stesso spazio della cucina, mentre Ninomiya è il cognome dello chef. Messi insieme diventano un ottimo ristorante giapponese, qualche passo dietro la metro Gambara.
La carta varia a seconda che sia pranzo o cena, ma i piatti da provare sono molti: si va da sushi, sashimi, nigiri e maki, eseguiti alla perfezione, fino a piatti come il Maguro Steak, tonno scottato con salsa yuzu-kosyo, Kaki fried, ostriche impanate e fritte, il Tori no karaage, fritto di pollo marinato in salsa di soia e aglio. Ci sono anche i soba udon, come i Gotoudon caldo, a base di udon di Nagasaki in brodo dashi e salsa di soia e tempura di gambero. S
i può pasteggiare a birra così come a Champagne, il servizio è veloce, ma puntuale, e ogni portata viene gentilmente spiegata, così da poter credere per una breve durata di essere a Oita, città natale dello chef, e non a Milano.
articolo a cura degli autori di Identità Golose
(nella foto: "Ravioli alle erbe e rapa bianca" di Antonia Klugmann, piatto simbolo del congresso di Identità Milano 2024)
+393895380120
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articolo a cura degli autori di Identità Golose
(nella foto: "Ravioli alle erbe e rapa bianca" di Antonia Klugmann, piatto simbolo del congresso di Identità Milano 2024)