Se si parla di ristorazione nei pressi di Salerno, si finisce immancabilmente per parlare delle insegne della Costiera Amalfitana, quella lunga e vertiginosa linea sul mare che unisce Vietri a Positano. Quasi mai ci si sofferma, però, sulle virtù di Salerno città, la linea di partenza di cotante bellezze. È che la cittadina di mare non ha mai investito troppo sulla tecnica e sul fine dining, probabilmente per la recalcitranza di un pubblico che possa apprezzare. E allora, hanno pensato i ragazzi di questa insegna su una laterale dell’affolatissimo “corso” (Vittorio Emanuele II), tanto vale investire sui grandi prodotti.
Se dici Mood citi principalmente Dragomir Georgiev detto "Drago", lo spilungone bulgaro che in pochi anni ha elevato le proprie ambizioni ma anche un poco quelle cittadine: dopo aver venduto a lungo vino poco più in là (la carta più profonda della città); poco prima della pandemia ha aperto questa “steakhouse e garden bar” che in breve tempo ha fatto incetta di appassionati.
Dalla cucina oltre la modaiola vetrina con le carni dry age, possono uscire fette di wagyu dalla massima marezzatura, lardo magro di mangalica, salumi iper-selezionati, formaggi freschi e blu da sballo. Ma non arrestatevi all’aperitivo perché il cuoco Gianni Mellone ci sa fare: Gnocchi di pane con soffritto napoletano, Petto d’anatra con carota al sesamo arrostita e salsa di lampone. Prodotto e una creatività che s’arresta un passo prima di eccedere. E la cantina magistrale è raccontata da uno scafatissimo personale di sala.
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Tavoli all'aperto
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laurea in Filosofia, coordina i contenuti della Guida ai Ristoranti di Identità Golose, collabora con varie testate e tiene lezioni di gastronomia presso scuole e università. Co-autore di "Cucina Milanese Contemporanea" (Guido Tommasi editore, 2020)
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