I piatti, i vini e i formaggi, l’ambiente, il verde e la storia, quella di ieri e quella che stanno scrivendo ora all’Osteria del Viandante a Rubiera, a metà strada tra Reggio Emilia e Modena. Trovarla è facile, ma fate attenzione ai divieti legati alle Ztl, in quello che fu un forte, eretto a partire dal Duecento, e anche una prigione fino al 1873, poi sempre più vuoto, un rudere, tanto che gli abitanti smisero di chiamarlo il Forte e divenne il Sasso finché nel 1922 venne spianato al centro. L’osteria occupa il bastione di sud-est.
Ora cito uno per tutti, Jacopo Malpeli, bravo a tenere i piedi nella storia di un’Emilia golosissima e vissuta con brio. Lì l’inizio deve essere nel segno dei salumi come culaccia e lonzino da maiali pesanti stagionati due anni, il prosciutto di Parma stagionato 72 mesi, la coppa e il salame di maiale. Poi l’Asparago, bernese al cioccolato bianco e tartufo. Applausi per il Midollo tonnato e caviale con tartare, che fanno in pratica tutti ma Malpeli riesce a tenere il grasso compatto, da masticare, Midollo di Fassona piemontese cotto alla brace con tartare di punta di codone, salsa tonnata e caviale. E si atterra ai primi. Cosa aspettate a prenotare?
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
blog www.paolomarchi.it
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