Si autodefinisce trattoria sartoriale, il che spiega tutto: ristorazione dinamica, libera, senza pregiudizio, cucina istintiva che non cerca la perfezione ma la sostanza, e si adatta non solo all’estro, alla reperibilità della materia prima, ma anche alle esigenze del cliente. Ecco, e qui arriviamo al punto, il menu (anzi, il “non menu”), una fissa di Luca Tartaglia, lo chef, che recentemente ha (ri)lanciato il suo manifesto, qui, nel cuore di Treviso, città da sempre conservatrice a oltranza in fatto di ristorazione.
«Il menu è morto - sostiene convinto - Viva la cucina dell’attimo». Ed ecco, allora, Pierre, per l’appunto, e la sua cucina fatta seguendo il proprio istinto e i gusti dei commensali, protagonisti assieme al cibo. Dove l’assenza di menu non è una complicazione ma perfino divertimento, una mano tesa all'ospite che il menu lo può costruire da solo, assieme al cuoco, certo, con quello che c’è, di fresco, buono e stagionale. «Nella mia idea - insiste Tartaglia - non c’è spazio per lo show dello chef, siamo artigiani, non attori. Diamoci meno arie che, spesso, sono solo arie... fritte».
veneziano, giornalista, una vita professionale dedicata allo sport da inviato (e adesso da appassionato e tifoso della squadra della sua città), cura dal 2008 "Gusto", la pagina di enogastronomia del Gazzettino di Venezia, e coordina "Cibi, Vini & Piaceri", l'inserto mensile dello storico quotidiano veneto che racconta il territorio attraverso prodotti, ristorazione, chef, enologia.
+390423764232
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