Leggerezza. È una parola che ben si addice a questa nuova insegna voluta da Nicolò De Pol e Luca Tartaglia (il primo in sala, il secondo in cucina), incontratisi qualche anno fa da Zanze XVI. Per raggiungerla basta spingersi (tranquillamente a piedi) appena fuori dal centro storico di Treviso. Qui si incontrerà il locale, composto da due sale, per una trentina di coperti in tutto.
La proposta è fluida, concentrata su un breve menu à la carte da cui si possono estrarre 4, 6 o 10 piatti per un percorso degustazione più articolato. Due, però, sono gli elementi straordinari da mettere in risalto, prima dei dettagli dalla tavola. Nicolò e Luca conducono il locale praticamente a quattro mani, gestendo con scioltezza il servizio e l’interazione con il cliente. L’altro riguarda l’immediatezza della cucina: si usano solo materie prime freschissime, cioè si cucina ciò che giornalmente arriva.
Nicolò racconta la filosofia, accompagna i piatti e pensa al vino più adatto, attingendo da una cantina che va via via arricchendosi. Al resto pensa Luca, figlio di una tecnica italo-francese pulita, rispettosa dei fondi, delle cotture, ma non estranea ad accenti diversi, per esempio quelli orientali. Dirvi cosa mangerete è difficile, visto quanto scritto sopra. Ma l’architettura dei piatti, attenta ai bilanciamenti ma non estranea ai sapori decisi, è pregevole. Come nella Lepre alla royale e murrina di frutta e spezie, o nel Consommé di topinambur, volpina e stakis, due voci che la dicono lunga sulla duttilità di Pierre. Potreste anche essere provocati - sempre di cucina parliamo - sul finale.
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padovana, classe 1993, giornalista freelance, ama girare e raccontare l'Italia gastronomica dalla testa ai piedi. Collabora con riviste di settore tra cui Sala&Cucina Magazine di Ristorazione. In testa alla classifica delle passioni mette buona tavola e buon bere, anche se calcio e campagna spesso entrano a gamba tesa.