Digeribilità, contemporaneità, il colpo d’occhio di una presentazione accattivante (quasi sorprendente di tano in tanto) anche sotto il profilo estetico. Ma tutto, qui, rende piacevole la sosta: l'accoglienza sorridente e lieve, l'arredamento, l'atmosfera. Il merito è di Giorgia Codato, il "capo" (a dispetto di un sorriso dolcissimo e di un fisico esile), che ha fatto della passione una professione. Sono in marcia da 5 anni, hanno superato senza traumi, due anni e mezzo fa, l'addio della coppia di cuochi con i quali tutto era cominciato, hanno superato anche la pandemia (ammesso che la pandemia stessa si possa ritenere superata, per ora no a dirla tutta). È Giorgia a disegnare la linea di cucina, cercando professionisti in grado di assecondarla e salire a bordo con le sue stesse idee.
Il menu recita la tradizione, ma i piatti che arrivano in tavola ne presentano una versione di grande freschezza ed eleganza, dai Bigoli al Torchio (però con erborinato di capra, mosto cotto e croccante alla nocciola salata) allo Stracotto di manzo (con il purè di topinambur, le castagne al forno e la riduzione di aceto di mirtilli), fino alle Seppioline, cavolfiore, mandarino e sesamo nero. Creativi e giocosi (oltrechè buoni) anche i dessert: Semifreddo alla grappa di rododendro (con cioccolato fondente, crumble alla vaniglia e gelée di pera) e Palle di neve (mousse al cocco, granita allo yogurt, sfere di cioccolato bianco ripiene al passion fruit).
Una cucina anche green, dove la giusta tecnica si abbina, con intelligenza ed equilibrio, alla leggerezza e al divertimento.
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Tavoli all'aperto
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veneziano, giornalista, una vita dedicata allo sport da inviato (e adesso da appassionato e tifoso), cura da dieci anni "Gusto", la pagina di enogastronomia del Gazzettino di Venezia