L’ammutinamento, la Mutinerie, è un atto di disobbedienza, la ribellione all’ordine vigente, un colpo di mano. Lo sa bene Nicolas Seibold, che nella primavera del 2018 ha regalato ai food lover un motivo in più per far tappa a Lione, città il cui fermento gastronomico non passa certo inosservato. «Non ho modelli – sorride il giovane chef – mi nutro di tutti gli stimoli che mi passano davanti. Non voglio porre barriere alla creatività. Proprio per questo il menu cambia così spesso, ogni giorno se necessario, e anche per dare spazio ai “miei” produttori».
Giovane, spigliato e con alcune esperienze di tutto rispetto alle spalle – che lo hanno portato a lavorare per alcuni anni nella cucina di Pic, Alléno e Têtedoie – annoverato nel 2019 fra i nuovi talenti promettenti della scena lionese da Gault&Millau, Nicolas propone nel suo locale un menu in 7 portate a sua scelta, con possibile abbinamento di 7 vini. I piatti vengono portati al tavolo e spiegati solo dopo essere stati consumati da Thomas Brignard, che condivide con Seibold questa avventura corsara occupandosi della sala.
Un percorso, quello alla tavola di Seibold, che non lascia indifferenti, fra spunti di dolce salato acido grasso, che messi insieme basterebbero da soli a rendere l’idea dell’atto di insubordinazione gastronomica di cui la Mutinerie si fa portavoce, senza però essere provocazioni vuote: qui comanda il gusto. Soffia vento di rivoluzione, nel sesto arrondissement lionese e su questo vento Seibold punta, gonfia le vele e salpa.
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articolo a cura degli autori Identità Golose