Cipolla di Tokat, patate, tarhana di cipolle dello scorso anno (la tarhana è un cibo disidratato in genere costituito da una miscela fermentata di grano e yogurt, tipica dell'area che già fu ottomana). Ecco, a volte basta un piatto, purché straordinario come questo (e nello specifico anche poverissimo quanto a food cost) per avere una conferma. Ossia per poter avvalorare quello che già si sospettava: Fatih Tutak non è solo la stella nascente della cucina turca, ma un addendo importante in una prospettiva più vasta, quella di una Nuova Cucina Mediterranea.
Prima della nostra ultima visita al Turk - ristorante in una zona semicentrale di Istanbul, tutta nuovi palazzoni e uffici - già eravamo sulle tracce di questo chef. Eravamo stati, anzi, i primi giornalisti a visitare il suo nuovo locale, era il dicembre 2019, leggi qui. Annusavamo infatti la fertilità di una toque giovane - classe 1985 - che tornava nel suo Paese dopo tante esperienze formative in giro per il mondo, su tutte quella a Copenhagen, al Noma, ma prima e poi molte altre: Singapore, Hong Kong, Tokyo (Nihonryori RyuGin), in Cina aveva lavorato a Pechino e Qingdao, fino ad arrivare a Bangkok, dove si era fatto notare al The House of Sathorn, raggiungendo il numero 36 della Asia’s 50 Best Restaurants.
Insomma: che Tutak fosse un vero talento, era più che chiaro ai nostri occhi. Che il ritorno in Turchia sarebbe stato fertile, pure. Mancava solo una prova definitiva che convalidasse le ipotesi che rimbalzavano nella mente. Ce l'ha fornita il nostro ultimo pranzo al Turk. E ora davvero non abbiamo più alcun dubbio.
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Tavoli all'aperto
classe 1974, giornalista professionista, si è a lungo occupato soprattutto di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa esattamente l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta sui viaggi e sulla buona tavola. Caporedattore di identitagolose.it