Tutta colpa del caffè. Il sogno americano, realizzato di Michele Casadei Massari è cominciato con l'idea di vendere il caffè durante le feste natalizie al mercatino di Union Square assieme al suo amico, rimasto sempre al suo fianco, Alberto Ghezzi. Da quel baracchino improvvisato, ma d'incredibile successo del 2009, è cominciato un viaggio irripetibile. L'idea imprenditoriale era buona, con un chilo di caffè si possono fare 122 espresso e allora non era ancora divampata la passione degli speciality coffee: espresso e italiano erano un'eccellente attrattiva. Non a caso i primi locali di Michele e Alberto si sono chiamati tutti Piccolo Cafe: spazi contenuti (gli affitti a Manhattan sono alti) dove continuare a bere un buon caffè e mangiare croissant.
Allora i social non avevano l'importanza di adesso, ma Michele è un social vivente, non gli è stato difficile, grazie al suo estro e alla sua simpatia, conquistare un pubblico fatto anche di celebrities come Jimmy Fallon, che con il loro passaparola lo hanno aiutato a farsi conoscere sempre di più. Aveva 8 anni e il nonno, cuoco al Grand Hotel di Rimini, gli disse "se sai cucinare, viaggerai e non morirari mai di fame": è stato di grande ispirazione, anche se poi ha fatto tanto altro.
Dopo l'esperienza Piccolo Cafe è arrivata Lucciola, un vero e proprio ristorante che paradossalmente con la pandemia ha puntato su ingredienti importanti come caviale, tartufo, wagyu aragosta e soprattutto grandi vini italiani in grandi formati. Un assortimento che piace agli americani dell'Upper East Side.
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Tavoli all’aperto
articolo a cura degli autori Identità Golose