Amandine Chaignot, nomignolo pouliche (“cavallina”), non è sconosciuta nel panorama gastronomico. Merito del suo ricco background: Plaza Athénée, Meurice, Crillon, Bristol e, soprattutto, al Rosewood di Londra. Esperienze che le hanno permesso, una volta tornata a Parigi, di sapere che genere di cucina proporre nel suo primo ristorante.
Una cucina conviviale, gaudente, accessibile e ideale per creare momenti di scambio. Così, a cena, vi si chiederà di scegliere solo un piatto principale tra tre, di cui uno vegetariano, lasciandovi la sorpresa di scoprire il trio di antipasti – qui chiamati mise en selle – e i dessert che vengono serviti al centro tavola, in modo che ciascuno possa scegliere liberamente.
La sera della visita, c’era solo l’imbarazzo della scelta: Zucca con anguilla affumicata e limone confit, Sauté di cannolicchi, Purea di sedano rapa, crostini, mela verde e wasabi, Vellutata di funghi o, ancora, Capesante scottate… Sì, il mercoledì sera, la chef “impone” un menu 100% vegetariano, non c’è dunque da meravigliarsi se le verdure giocano un ruolo fondamentale nella sua cucina conferendo ai piatti un certo lirismo.
La drinklist include una breve selezione di cocktail, non ancora consolidata, controbilanciata da una generosa carta di vini, per gran parte biologici e naturali, come il favoloso assemblaggio alsaziano La Grange de l’Oncle Charles di Jérôme François o Contre Pied del Domaine Plageoles di Gaillac.
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Tavoli all’aperto
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articolo a cura degli autori Identità Golose