La passione per le erbe selvatiche, di montagna e per i fiori eduli, coltivata da anni e affinata con continue sperimentazioni, è un aspetto centrale nella storia professionale di Mariangela Susigan e della sua cucina delicata e di personalità, dai sapori ben distinti nell'eleganza degli accostamenti.
Chef autodidatta di lunga esperienza, la Susigan comincia presto a seguire le orme della madre, che ha cucinato in castelli francesi prima di aprire il Gardenia, anno '77, nel paese del vino bianco Erbaluce di Caluso. Otto anni dopo è la figlia Mariangela a prendere in mano le redini del locale e a trasformarlo poco a poco in un ristorante gourmet con una sua forte identità: ricette piemontesi rivisitate, piatti concepiti attorno a erbe selvatiche e fiori eduli, proposte vegetariane, radici antiche e di territorio, ingredienti selezionati e di qualità; anche di nicchia, come le carote gniff, viola fuori e bianche dentro, i fagioli Piattella Canavesana di Cortereggio o le patate di montagna delle comunità walser.
Alle spalle della casa ottocentesca (quattro eleganti salette più dehor) prospera l'orto "magico" del Gardenia, cui s'ispira uno dei 3 menu degustazione - l'Orto, appunto; e gli altri sono il Territorio ed Essenze e Consistenze, summa in 10 portate della filosofia "erratica e selvatica" di una chef dalla mano originale. Provare per credere. Tra un piatto di Ravioli al dente di leone, brodo di giuggiole, jus di cipolle e toma brusca e un Piccione alla brace, cicoria, sambuco, frutti di bosco.
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Tavoli all'aperto
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