Riccardo Orfino, sempre in compagnia del fidato partner Emanuele Nigro, ha raddoppiato. Quando si dice aver approfittato delle occasioni. New York è così.
La pandemia ha colpito pesantemente: vedere la Quinta Strada deserta, con le vetrine dei grandi store protette da pareti di legno nel giugno 2020, è stato impressionante. Un film di fantascienza. Anche il mondo della ristorazione è stato colpito e rivoluzionato. Tante le chiusure, ma molte pure le occasioni di crescita. Come il lockdown è finito, pur con il limite del solo servizio all'aperto, i nuovayorchesi, con le dovute precauzioni, sono tornati a uscire.
Grazie al successo di Osteria 57 e a un collega che dopo tanti anni aveva deciso di alzare bandiera bianca, Ricardo ed Emanuele hanno trovato il locale ideale per ampliare la loro offerta. Così è nato Alice che segue l'impostazione no meat: un punto fermo della filosofia maturata da Orfino negli Stati Uniti.
Alice strizza l'occhio al fine dining più di quanto lo faccia Osteria 57, che resta fedele al suo format. Alla base c'è sempre un'infinità attenzione alla sostenibilità e ai prodotti del territoiro. Tutte le mattine in cui il Farmer's Market di Union Square è operativo si può incontrare Orfino che fa la spesa, tanto da essere diventato amico degli agricoltori ed essere andato a visitare le farm di persona. Il risultato è una cucina originalmente italiana ma con uso importante dei prodotti del territorio. Il pescato è scelto con attenzione da chi pratica pesca sostenibile. I crudi sono straordinari, gli spaghettoni al pomodoro come quelli di casa nostra.
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dopo 29 anni, ha lasciato la redazione sportiva di Mediaset e si gode la pensione dopo aver raccontato 16 Olimpiadi, 6 Coppe America di vela, le imprese di Tomba e Pellegrini. Ora collabora con Il Foglio sportivo e il sito oasport.it. Ha un'antica passione per il cibo: è "assaggiatore" di Identità Milano dalla prima edizione