Incasellare Ahimè diventa piuttosto arduo quando seppur potendolo confrontare con diverse realtà internazionali. Un po' wine bar, un po' cuisine du marchè, un po' gastro-bistrot, un po' Osteria 4.0.
Ahimè è in primo luogo un posto dove divertirsi e dove andare con il chiaro intento di giocare con Lorenzo Vecchia e Gianmarco Martinelli. La migliore esperienza in questo angolo unico del centro di Bologna si ottiene andando all-in. Dovete vedere questa visita un po' come andare al Casinò o investire in borsa in un momento di euforia dei mercati. Più ordini e più ti divertirai perchè la cucina di Lorenzo interpreta gli ingredienti su una base stagionale estremamente rigida e istintiva, giocando fra gli estremi poli del nostro palato. Se si gioca timidi, si rischia di perdere senza un motivo vero. Andate, bevete e mangiate tanto, di tutto. Non consultate le proposte del menu, prendetele tutte e condividetele fra amici. Perchè da quel banco passano piatti di caratura pazzesca come lo spaghettino fegato di maiale e cozze o quello freddo rucola, aglio ordino e capperi, ma si trova anche l'ostrica rosa del Po nella sua nudità, o piatti che vi possono piacere anche meno, ma sempre col gas aperto e con la voglia di farvi sorridere.
?La carta dei vini su iPad è indicizzata per prezzo, geni, sì, per prezzo. Questo dovrebbe già farvi capire qual'è la lettura migliore per questo piccolo rettangolo minimalista, mettete la vostra posta e giochiamo insieme. Un posto paragonabile francamente a nessun altro in italia, forse per certi versi ricorda il vecchio Rebelot a Milano. Go out and play.
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dopo una formazione scientifica si è sempre dedicato alla gastronomia: lavora da anni per l'Osteria Francescana, scrive per Dispensa, è tra i fondatori del progetto Postrivoro ed è curatore di Al Meni