Paca ha debuttato 3 anni fa per iniziativa dello chef Niccolò Palumbo e del maitre Lorenzo Catucci. Un progetto solido, come conferma il rientro in pista a tutto gas dopo gli stop da covid. Affiancati dal fratello di Niccolò, il giovane pastry chef Gabriele, offrono una proposta intrigante, piena di spunti e grande potenzialità.
Con un occhio di riguardo al ricco paniere dei prodotti locali, si va dal mare ai vegetali, dalla caccia ai crostacei al quinto quarto, spesso combinati fra loro in modo originale ma sempre legati da un preciso filo conduttore. Ingredienti popolari si dividono la scena con altri più ricercati, cotture classiche sono alternate a tecniche innovative, i contrasti sono in equilibrio fra grasso, acidità e dolcezza. I piatti, dagli antipasti ai dessert, offrono sapori nitidi, coerenti ed esplosivi. Da non perdere la tenerissima Lingua di vitello con crosticina golosa e croccante - resa decisamente più intensa dalla colatura di alici in salsa - o ancora i Plin di anguilla alla brace - dal gusto affinato dall’eleganza del melone e lievito di birra - o anche la godibilissima Animella laccata all’orientale con scampo crudo e mela verde che ne smorza la grassezza.
E se Niccolò è l’anima dei fornelli, Lorenzo è il nucleo della sala facendo dell’accoglienza un altro cardine del pianeta PACA - nome che nasce proprio dalla congiunzione delle prime sillabe dei cognomi dei titolari. Non meno incisiva è la cantina, ricca di etichette spesso sconosciute ai più ma di forte personalità che, se ci lasciamo guidare da Lorenzo, consentono pairing originali quanto riusciti.
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toscana doc, detesta la noia culinaria e ed è disposta a mettere a dura prova il palato curiosando nel pianeta cibo. Viaggia, scandaglia, assaggia e soprattutto si diverte