Lo scorcio panoramico su Milano che si gode dalla terrazza al sesto piano della Fondazione Prada è fantastico. Lo spazio all’aperto ospita alcuni tavoli del ristorante e una serie di tavolini che competono allo splendido bar, con coreografica bottigliera sospesa, che introduce alla sala interna che si sviluppa su tre livelli differenti, rendendo mosso l’ambiente che ha elementi d’arredo che si mescolano ad opere d’arte di Jeff Koons, Goshka Macuga e John Wesley, tra i vari.
L’ultimo livello si pregia degli arredi originali del Four Seasons Restaurant di New York progettato da Philip Johnson nel 1958. L’atmosfera è elegantemente rilassata e difficilmente si resiste dal concedersi un buon cocktail prima o dopo aver gustato la cucina di Lorenzo Lunghi, giovane talento che si è fatto le ossa da Fulvio Pierangelini, sia al Gambero Rosso sia agli esordi del Bucaniere. E dal maestro, senza dubbio, ha perfezionato la predisposizione naturale a cogliere le affinità elettive che regolano le relazioni tra gli ingredienti e ha imparato a gestirle con padronanza creando piatti esteticamente curati anche quando paiono “trascurati” (volutamente!) e sempre di grande centratura del gusto.
Qualche assaggio? Insalata di fagiolini con albicocche, mandorle, salsa alla verbena e pecorino; Calamarata con pomodoro secco, 'nduja, stracciatella e cozze e Piccione affumicato con peperone arrosto e mostarda alla pesca. La cantina è in divenire. Chi ama i cocktail si affidi fiducioso all’accompagnamento della degustazione con sorprese ad hoc dell’arte della mixology.
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autrice del libro Gli anni d'oro della cucina parmigiana, per l'Accademia Italiana della Cucina, collabora a “Gusto”, pagina golosa della Gazzetta di Parma