27 gennaio 2021: è passato più di un anno dal trasloco nella nuova sede. Dopo essere tornato “a casa” (in realtà lui è nato a Vico Equense), Giovanni Sorrentino ha vissuto un anno complicato ma ricco di soddisfazioni di critica e pubblico. Tutto questo grazie a spazi più che triplicati, un bar attrezzato, cucina spaziosa, sale luminose. Ma soprattutto grazie a una cucina sincera e testimone del territorio e dei suoi virtuosi artigiani.
Il menu cambia 6 volte all’anno seguendo rigorosamente le stagioni e la natura. Se il cuoco toglie dalla carta i Mezzanielli allardiati - ziti lunghi spezzati a mano e arricchiti con pomodoro San Marzano, lardo, peperoncino e pecorino romano – succede una mezza rivolta. Ma lo stesso sta accadendo anche col Timballo di verdure che, nella versione primaverile, più light, include carciofi e zucchine, prelevati sempre dall’orto di famiglia, a 150 metri dal ristorante.
Tra gli highlights dell’ultimo corso, vanno citate le Candele spezzate di Gragnano ripiene di fonduta di provola, servite con il classico sugo alla genovese realizzato con del roast beef cotto assieme a cipolle ramate. È un piatto che s'inserisce perfettamente nell'idea di cucina del ristorante, d'impronta territoriale e di tradizione, capace al contempo di offrire all'ospite una visione diversa, leggera e giocosa. La dolcezza finale è l’Elogio Sorrentino, una mousse ai limoni di Sorrento con crumble all’olio, gelato al limoncello e noci sorrentine caramellate. Gioco riuscito tra il cognome del cuoco e le sue origini, fa felici tutti.
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Tavoli all'aperto
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laurea in Filosofia, coordina i contenuti della Guida ai Ristoranti di Identità Golose, collabora con varie testate e tiene lezioni di gastronomia presso scuole e università. Co-autore di "Cucina Milanese Contemporanea" (Guido Tommasi editore, 2020)
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