Perché bisognerebbe andare dai Tolin se il palato chiama carne? Perché qui c’è un angolo di cultura della carne ben organizzato e affinato da Andrea Tolin, macellaio di terza generazione. Lui e la moglie Lara hanno ampliato l’attività storica, fondata nel ’75, aggiungendoci prima la cucina, poi i posti a sedere all’esterno, poi arricchendo anno dopo anno gli ambienti con piacevoli arredi e tavoli.
Per gli amanti del genere c’è da strofinarsi gli occhi, a cominciare della cella in cui sono esposte le lombate da cui si ricavano costate e fiorentine. Si può scegliere tra razze e tempi di frollatura, mentre la provenienza è praticamente tutta locale. Vige la logica del territorio. Ma prima di dedicarvi alle degustazioni dalla griglia passate per i crudi (con il trittico composto da tartare, battuta e carpaccio), o per il fritto di frattaglie (piatto del ricordo, come lo definisce Andrea) o per una delle proposte stagionali. Tra i fuori carta (ma presto dei must grazie al successo riscosso), la Polpetta in doppia panatura con coda in umido, estremamente croccante in superficie, estremamente morbida dentro, l'Insalata di nervetti o di guancia e, ancora, la Lingua tiepida con pane croccante, cavolo cappuccio viola e salsa verde.
Oppure fate un balzo sul grill del macellaio - Andrea ne va orgoglioso - composto dai tagli del bollito. Il concetto è nobilitare, come si faceva un tempo, l’intero animale, dai nervi, alle ossa, al grasso, ai tagli poco acclamati. A supporto c’è una cantina che attinge bene dai Colli Euganei e dalle produzioni artigianali. E il palato ringrazia.
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Tavoli all'aperto
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articolo a cura degli autori Identità Golose