Una nobile palazzina con sale luminose, tavoli ben apparecchiati e opere d’arte affisse ai muri. La sagoma di un castello, accompagnata da un’atmosfera placida che trapela dalle finestre. E poi un piccolo giardino in cui godersi la luce del giorno senza interferenze sonore, al cospetto di un piatto e un buon calice. Sembrerebbe l’inizio di un racconto idilliaco, è invece ciò che porta la firma di Davide Di Rocco, a Noale, dove sorgeva il ristorante Ca' Matta. Eleganza è un termine inflazionato, ma è quello che più esprime l’identità di questo luogo e pure il più azzeccato per definire la mano fine del cuoco.
La sua è una cucina di riflessione, che arriva alla testa passando per il palato... e lì rimane a lungo. Ci piace forse definirla "di continuità": esci, torni a casa e ti ricordi dei Ravioli di baccalà, mirtillo fermentato e brodo di sedano arrostito o il Rombo al vapore in foglie di verza, lenticchie e bisque affumicata, per esempio. Piatti, come gli altri della carta, che non rimangono per l’estrosità, ma per la misura con cui gli ingredienti vengono individuati e combinati. Anzi accavallati. E per la tecnica, che sorregge tutto.
Davide attinge da un percorso invidiabile, tra Giovanni Ciresa, Carlo Cracco, Badrutt's Palace di St.Moritz, Hotel Bauer di Venezia, e il Fuel in Prato della Valle, Padova.
Validissimi gli accostamenti enologici e la carta dei dolci.
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Tavoli all'aperto
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articolo a cura degli autori Identità Golose