Non chiamatela baita, il patron Paolo Kratter potrebbe fulminarvi con lo sguardo. Lo farebbe davvero, seppur scherzosamente e con l'ironia che gli è propria, perché la sua insegna non ha più nulla da spartire con i tanti rifugi di montagna dall'offerta semplice e spesso un po' troppo scontata. Anche lui aveva iniziato con una proposta di piatti che candidamente definisce "senza pretese". Poi, 17 anni fa, è iniziata la rivoluzione. Il suo desiderio di svoltare e alzare l'asticella della qualità ha trovato fin da subito nello chef Marco Da Rin Bettina l'esecutore.
Insieme a un'affiatata brigata rimasta compatta nel tempo, ha intrapreso con umiltà e voglia di migliorarsi un cammino di crescita costante, arrivando a far diventare il locale un apprezzato approdo per buongustai. Un risultato al quale Paolo va giustamente fiero. Anche gli interni sono stati trasformati in un ambiente elegante, impreziosito dagli arredi tutto legno in stile dolomitico. La cucina si è evoluta senza strappi, provando e riprovando, fino a trovare il giusto equilibrio tra il desiderio di esaltare la tradizione e quello di innovare.
Ne è un felice esempio il morbido Uovo alla clorofilla di spinaci con guanciale croccante e crema di saurnschotte, formaggio fresco aromatizzato al dragoncello, specialità tipica sappadina. Ma anche il godurioso Filetto di cervo su salsa al pino mugo, marmellata di mirtilli rossi e pera allo zafferano. La cantina è curata con competenza e passione dal figlio Stefano: annovera 600 etichette con tante referenze prestigiose italiane ed esterne.
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Tavoli all'aperto
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articolo a cura degli autori Identità Golose