Di tutto l'Abruzzo, quella teramana è l'espressione culinaria gastronomicamente più ricca conosciuta e apprezzata. Una tradizione difesa strenuamente, a volte in maniera folkloristica, con la quale non è facile confrontarsi. Talvolta potrebbe essere meglio individuare una propria strada, non per fuggire dalle proprie origini ma per cogliere le proprie ispirazioni.
Ci sta provando Marco Cozzi, classe 1991, che dopo essere passato dai banchi dell'Accademia di Niko Romito e aver affiancato Nadia Moscardi (Casa Elodia, L'Aquila) ha deciso di affinare il proprio talento nella quotidianità del lavoro più che nelle cucine di altri ristoranti balsonati. E lo fa con questo simpatico locale in mezzo tra la moderna osteria e il bistrot, avviato con un collega nel 2017 e oggi proseguito da solo dopo il primo lockdown mantenendo l'idea di fare una ristorazione immediata, intima e personale.
In pochi metri quadri, arredati in maniera semplice, è stata ricavata una sala con una ventina di coperti e una cucina ristretta ma sufficiente per gestire un menù misurato e per tutte le tasche, con due percorsi degustazione a quattro e sei portate, alcune ben centrate e altre in equilibrio ma con una bella consecuzione di sapori e di consistenze. Come per il Crudo di manzo di razza marchigiana con salsa verde, maionese alle alici e capperi, per il Gulash di pecora con spuma di patate affumicate, e per la Faraona con crema di patata turchesa, insalata al forno. Carta dei vini ristretta ma con ottime etichette regionali e nazionali. La giovane Annamaria Michini assicura un servizio gentile e preciso.
+393450370764
+390873803428
esperto di comunicazione, giornalista e sommelier, da trent'anni racconta ristoranti, produttori e territori. È fondatore e curatore del congresso di cucina regionale MeetInCucina e del sito vinirosa.it