All’hotel Eurossola si ascoltano le storie dei Bartolucci, gente che da un paio di generazioni coccola i turisti, soprattutto svizzeri, che escono dalla stazione proprio di fronte. È misteriosamente classificato con le 3 stelle ma vale più di tanti altri di categoria superiore. I francesi, invece, sanno bene che il 42enne Giorgio Bartolucci, prima di tornare nell’hotel di famiglia un decennio fa, ha fatto tanta gavetta nelle cucine dei grandi alberghi, anche al fianco di Elio Sironi, Philippe Guerin e Marco Sacco.
All’Atelier, il ristorante con stella e fessura orizzontale sulla cucina a vista, il nostro sguardo è prima di tutto rapito per una felice singolarità: la sala è tutta al femminile. A mescere pensa la moglie Katia, palermitana non pentita («Sono qui da 20 anni, è l’amore…»), e ad accogliere c’è la sorella Elisabetta. Che si vogliano tutti bene è evidente dalla frequenza dei sorrisi.
Il degustazione tesse una creatività “amabile”. A riprova del vezzo del ragazzo di posare un accento italiano sulla solidità classica francese, ecco arrivare delle escargot all’italiana: le lumache dell’Ossola sono tolte dal guscio e infilate in un tortello “aperto” di pasta fresca e poi condite con patate di Beura e aria di prezzemolo. Buono buono. Ancora, delle reginette con del nasello nell’impasto, ravvivate coi sapori di una bisque e del ragout di mare. E poi atterra un’elicottero di sapori, nella forma di un French toast di triglia con missultin – pesce di lago essiccato – e frittella di alghe. E, sorpresa al dessert, lo strudel arriva compresso in un raviolo.
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Tavoli all'aperto
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laurea in Filosofia, coordina i contenuti della Guida ai Ristoranti di Identità Golose, collabora con varie testate e tiene lezioni di gastronomia presso scuole e università. Co-autore di "Cucina Milanese Contemporanea" (Guido Tommasi editore, 2020)
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