Una sensazione di leggera follia: quello che si prova quando ci si siede alla tavola di Tommaso Arrigoni. Come a un appuntamento galante apparentemente casuale, ma studiato in ogni dettaglio, qui non si arriva per caso. La porta di Innocenti Evasioni è infatti quella di una normale abitazione, almeno a prima vista. In questa zona periferica ci aspetta però tutta la cura e l'amore, e la passione, che uno chef, stellato dal 2008, può mettere nel suo mestiere.
Arrigoni preferisce una cucina consapevole, sostenibile, concentrata sul riuso, lo dice anche il suo libro di ricette, alla portata di tutti, "Uno chef senza sprechi" (Guido Tommasi editore). Questo gli fa onore. Eppure anche chi, restato incastrato negli anni Ottanta e immune alle notizie di attualità, preferisse il lusso del ridondante e dello sperpero, non troverà qui indizio di alcunché di monacale, di "povero" (nel senso negativo), di dimesso.
Dal prosciutto crudo del Casentino di Simone Fracassi sposato con il pan tranvai con le uvette e il burro dolce, all'Ombrina con patata ratta affumicata, chutney di barbabietola e salsa Bbq, al Cosciotto di agnello arrostito con carciofi all’olio di melissa e ginepro la sua maionese, chips di patate, al tiramisù alle castagne, il menu può imbandire la tavola di un re. Del palato. O dell'antispreco.
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articolo a cura degli autori Identità Golose