In genere, nell'alta cucina italiana, troviamo chef asiatici che ci forniscono un'interpretazione diversa dell'Italia vista coi loro occhi. Per scovare invece un nostro connazionale che si faccia interprete diretto della cucina asiatica bisogna mettersi d'impegno, arrivare a Napoli, salire poi sulle pendici del Vesuvio, raggiungere Somma Vesuviana e bussare alla porta di Contaminazioni, nomen omen, il locale aperto il 21 novembre 2019 da Giuseppe Molaro.
Lui s'è lanciato in una bella impresa, per nulla facile: proporre una cucina diversa, ricchissima d'influenze orientali, ricercata, e tutto questo nemmeno in una grande città, ma nel paesello un po' periferico dove è nato e dove il padre Mimmo opera da tempo proprio nel campo ristorativo.
Sfida vera, quella di Molaro junior, dunque. Ha le spalle per reggerla. Classe 1986, ha girato il mondo. Fondamentale l'esperienza da Heinz Beck: con lui e nel suo gruppo è stato in Portogallo, poi a Dubai, fino ad approdare a Tokyo al Sensi by Heinz Beck, come executive chef, conquistando la stella nel 2017. E incontrando suo moglie, la deliziosa Yuki Mitsuishi.
Tanta roba. Gli fa onore dunque aver pensato di mettersi alla prova al Contaminazioni. Vi propone la sua idea di cucina, che è molto personale, «una sorta di connubio tra tutte le mie esperienze. Ho avuto modo di lavorare con cuochi giapponesi, ma anche thailandesi, cinesi, messicani... Io chiedevo loro di preparare per lo staff piatti che facessero parte della loro cultura. Ora prendiamo ispirazione da quegli assaggi». Un giro attorno alla Terra, in un abbraccio con la Campania.
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classe 1974, giornalista professionista, si è a lungo occupato soprattutto di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa esattamente l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta sui viaggi e sulla buona tavola. Caporedattore di identitagolose.it