Pasquale Laera e Fabio Mirici Cappa sono innamoratissimi delle Langhe. Il primo è pugliese di terra; il secondo per metà piemontese ma d'acqua dolce, viene dal Verbano, un altro mondo; e per l'altra metà è siciliano. Lavorano insieme dal 2014, si trovarono al Villa Crespi; ma proprio quell'anno vennero proiettati tra i colli del Barolo, dove hanno messo radici e lasciato il cuore. Pasquale e Fabio colmano di empatia e rispetto le mura del loro Borgo Sant'Anna, ristorante nato nel settembre 2019. Un bellissimo progetto, innanzitutto perché innervato di valori veri. Quelli dei suoi ideatori.
Al Borgo si respira un'inattesa - parliamo di una struttura nuova - aria di autenticità. Si sta assai bene per il clima che s'è creato. Poi perché Mirici - l'uomo di sala - è bravo, presente il giusto. Infine perché Laera qui sta spiccando il volo. Talento ne ha sempre dimostrato, il Borgo gli consente di dispiegare appieno le proprie capacità. Cita più volte un suo piatto (peraltro delizioso), Parmigiana di melanzane. È la cartina di tornasole di uno stile e di un atteggiamento: inclusività nell'approccio, estetica e tecnica, esplosione vellutata al palato. Gioco continuo tra radici e fine dining.
Presenta anche un menu Langhe e storia, rilettura con occhiali pugliesi dei piatti della tradizione langarola, «ma non sempre i soliti. C'è un mondo di altre preparazioni straordinarie ma quasi dimenticate». Ha scoperto i macaron del fret, pasta lavorata al ferretto come si fa al Sud, ma in Alta Langa. Ecco allora i Macaron del fret, anatra, riduzione di panna e cardamomo. Eccezionali.
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Tavoli all'aperto
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articolo a cura degli autori Identità Golose