Satoshi Hazama mi ha aperto a un mondo giapponese ben diverso dai soliti sushi e sashimi. La sua è cucina alta, cucina kaiseki, l’esaltazione secolare di un pasto tradizionale scandito da minuscole portate. Scordatevi i crudi, lasciate perdere ogni accenno a una fruizione frettolosa e prendetevi tutto il tempo necessario per liberarvi dei piccoli guai quotidiani e rilassarvi in uno spazio pressoché unico in città.
Classe 1984, già all’Enoteca Pinchiorri di Firenze, Satoshi aprì nel 2020, in tempo per farsi frenare dalla pandemia. Chiuso di lunedì, a pranzo è aperto con una servizio alla carta, mentre a cena irrompono due menu kaiseki, quello vero e proprio di 7 portate e quello di 4 che è come una porta di ingresso in un Giappone che si conosce ben poco. Io sono rimasto incantato dal primo, dall’eleganza di ogni singolo aspetto delle pietanze, dello chef e di chi curava la sala.
Il piatto migliore? L’Oshokuji, riso cotto a vapore nell’Hagama, antica pentola tradizionale in rame, profumato con mirin e salsa di soia. I filetti di Sgombro alla brace, i funghi porcini ed il profumo dell’erba cipollina soavemente adagiata, verranno amalgamati al riso sotto i vostri occhi.
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
blog www.paolomarchi.it
instagram instagram.com/oloapmarchi
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
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