Il quarantacinquenne Stefano Binda, dopo la lunga avventura al Dac a Trà, si è spostato, pochi giorni prima dell'inizio della pandemia nel febbraio 2020, a Mandello del Lario. E la sua rimane ancora oggi una cucina ricca, di buon senso e facilmente comprensibile, che tocca di volta in volta i sapori regionali, che si concentra sulla stagionalità, si diverte a mescolare le carte (il Baccalà con hummus, cavolo nero e polvere di champignon, ad esempio) e lascia poi ampio spazio a solidi piatti di carne, con lo Stracotto di vitello, l'Anatra in due cotture e la Tagliata di scamone.
Senza dimenticare che, in precedenza, e sempre a tavola, quando si tratta di affrontare la scelta della prima portata, le paste e i risotti hanno il sopravvento mettendo in mostra la voglia di puntare sulla golosità, tra divertenti contaminazioni. Così la Lasagna di agnello è profumata alla paprika e ci porta verso un gulash e l'Est Europa, mentre la Cacio e pepe flirta con l'amatriciana tra pancetta croccante e polvere di cipolla bruciata.
Texture però è anche un luogo che offre oppotunità divese e stimolanti come contorno alla sala principale. Come l'aperitivo, o la cena, allestiti su una barca in giro per il lago con i piatti firmati dal cuoco, durante la stagione estiva; oppure la Cooking Academy che si trova in un sala a 300 metri dal ristorante.
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giornalista per riviste di turismo ed enogastronomia italiana, ama le diverse realtà della cucina internazionale e viaggiare