Duo, annunciano Lucia e Marco. E aprire il ristorante è stato l’anticipo del progetto che si sono dati nella loro vita, quello di nutrire. Quali sono gli elementi essenziali che consentono in prospettiva a un ristorante di durare? Intanto mettersi in sintonia con la solidità di una memoria. Quella dei cuochi, dei fornitori, dei clienti. E come cuochi, Marco e Lucia, lui più sul salato e lei più sul dolce, ma ben concertanti, hanno una salda memoria, famigliare, professionale, culturale. Romana lei, piemontese lui, spagnola per entrambi. Poi anche ligure, per loro scelta elezione di quel territorio. Infine italiana tutta, dopo gli ultimi viaggi.
E dunque una visione in progress, che si esprime con una cucina attuale, sempre più libera, dove convivono, tra carta e degustazione, suggestioni diverse e nuovi motivi di interesse al gusto, per una Liguria che rigetti vivaddio! (cit.) i suoi più frusti stereotipi. E dunque, a seguirli in uno dei tanti mutevoli loro peripli terramare: le “Manine” fritte fragranti, da patate e mais, con a corona un'acciuga dell’arbanella. Gli irresistibili grissini, stirati a mano, con burro salato di Normandia. La Seppia in camicia, a velo in suo padellino col rosso e i porri. I Passatelli, dalle molte idee. Gli spaghetti aglio, olio, peperoncino, ricci di mare.
E la brace, a cuocere l’anguilla, o la pernice, con l’ausilio del braciere, fiamma al centro della cucina. E in più passaggi squisite in risalto le salse gran gusto, con le quali il duo mostra la sua maestria nel vestire a tono, in eleganza e carattere, i piatti. E i dolci di Lucia!
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ligure, nell'attesa di ciò che mangerà talvolta scrive di ciò che ha mangiato: buono da scrivere, buono da mangiare