L’impegno di Davide Atzeni per i prossimi anni è ridurre l’impatto sul pianeta. Via la plastica dalla cucina per preparare alimenti sottovuoto, via le cotture lunghissime a bassa temperatura che consumano energia e aumentano i costi, via libera a nuovi prodotti ma solo del territorio. La novità della stagione sono le bevande fermentate, si comincia con le fermentazioni di corbezzolo e di feijoa, due frutti che crescono facilmente in Sardegna.
A Coxinendi (in sardo "cucinando") il ristorante davanti al castello di Sanluri, l’attenzione all’ambiente è sempre stata al centro dell’attività. Ma ora lo chef è ancora più deciso: tutto ciò che entra in cucina deve avere un’impronta ecologica più bassa possibile. Davide ha imparato al Fradis Minoris di Nora a cucinare “pesci poveri", e anche nel suo ristorante non entrano aragoste, salmoni e pesci a rischio di estinzione come la cernia, il pesce spada e il tonno rosso. Lo chef continua a cucinare i piatti della tradizione sarda, anche le lumache, davvero in chiave moderna, dando nuovo valore anche a erbe e aromi per tanti anni trascurati.
Per aumentare le auto-produzioni, seguendo l’esempio dei genitori che fanno tutto in casa, è stato ampliato il laboratorio del ristorante, così sarà più comodo fare il prosciutto di pecora e di muggine, serviti come antipasto, ma anche il pane, la pasta e i dolci. La semplicità dello chef potrebbe sminuirne il talento, ma è sufficiente assaggiare una delle sue creazioni per avere la certezza che Davide sa esaltare con competenza e creatività qualsiasi ingrediente.
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Tavoli all'aperto
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giornalista, ama viaggiare, ridere, nuotare e mangiare. Non necessariamente in quest'ordine. Le piacciono i piatti originali, con ingredienti poveri