A pochi passi dalla Stazione Centrale, questo spazio poliedrico colpisce per la bellezza della location e per la qualità delle sue proposte gastronomiche. Al piano terra, la parte bistrot con un lungo tavolo conviviale e vari corner con poltrone e divanetti dove sorseggiare un cocktail della casa, sbocconcellando qualche tapas preparata nella cucina a vista da una brigata che lavora come un orologio svizzero e cucina espresso anche piatti italiani.
Sospeso al centro, a quattro metri dal suolo, con cucina a vista perfettamente sovrapposta a quella del livello sottostante, c’è Moebius Sperimentale il cuore giocoso, provocatorio e decisamente gourmet griffato Enrico Croatti.
Si può scegliere tra quattro menù-esperimenti: Esplorazione (6 o 9 portate tra ricerca e divertimento) è l’unico servito per tutto il tavolo. Subacqueo (cinque passi nel mare), Terrestre (cinque step sulla terra) e Vegetale (5 puntate nell’orto-bosco) possono essere opzionati contemporaneamente dai vari commensali. Tutti sono espressione avanguardista e libertaria dell’estro creativo di Croatti che si diverte a scardinare gli ordini e a trasgredire le regole, riuscendoci benissimo perché conosce alla perfezione gli uni e le altre. La Zuppa di pesci crudi anarchica è emblematica in tal senso: un mix studiato di puro mare in cui la crema d’ostrica riconduce alla Francia. Il Risotto sudamericano di calamari passa dal Messico all’Italia facendo un salto alle Antille.
Bravissimo il maître Filippo Arrighi nel descrivere i piatti e nel gestire vino e cocktail in abbinamento e nel coccolare gli ospiti.
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autrice del libro Gli anni d'oro della cucina parmigiana, per l'Accademia Italiana della Cucina, collabora a “Gusto”, pagina golosa della Gazzetta di Parma