Crema è una città con tanta storia alle spalle e alcune gemme golose come il formaggio Salva e, in particolare, i tortelli di assoluta originalità, cinque pizzicotti per dare loro forma e un inatteso ripieno dolce, suggestioni che non trovano riscontro anche nell'altrove più vicino.
Da qualche tempo Crema ha un motivo del tutto nuovo perché un appassionato di cucina di qualità innovativa vada fin nel suo centro storico. Merito di un pugliese, Michele Minchillo, che ha scelto di aprire a una cinquantina di chilometri a est di Milano. Non c'è proporzione tra le due realtà e in più Crema era sinonimo di Venezia nei secoli che furono, tutto superato e poi Michele merita per il coraggio nell'approdare così lontano sia dalla sua regione sia da piazze più consolidate gastronomicamente.
Come ci ha ricordato Monica Caradonna, tarantina alla perenne valorizzazione dei talenti di Puglia, Minchillo chiude il suo menu piazzando bene al centro dell'ultima pagina una sola parola: Enjoy, divertiti. La trovo strepitosa e anche dissacrante. In anni che vede gli chef, non tutti, ma molti sì, atteggiarsi a cardinali in conclave, ci si scorda facilmente che a tavola, anche in questo genere di tavole, ci si va per svagarsi, rilassarci, emozionarsi. In poco tempo, si sono già creati dei signature dishche restano fissi nel menu, come i Ravioli di Genovese, l’Animella con bisque, creme fraiche e caffè, la Pluma iberica con cavolo cinese, burrata e ' nduja. Potremmo essere ovunque, ma non è questo il punto. La domanda giusta è: il piatto ha una logica, un equilibrio, una sua forza?
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nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
Twitter @oloapmarchi