Merita applausi la sfida di Michele Minchillo, pugliese classe 1993, che s’iscrive all’elenco dei protagonisti del “nuovo fine dining di provincia”, chef che portano il loro entusiasmo e la loro bravura al di fuori delle rotte già battute. In questo caso siamo a Crema, in un palazzo del XII secolo.
A differenza di molti suoi colleghi che han intrapreso simili percorsi, Minchillo non vive la territorialità come stella polare della proposta gastronomica. Non che la rifugga, elementi come il salva o la mostarda trovano spazio. Ma per il resto, largo alla libertà creativa, con tanto spazio al mare e a stimoli gustativi eccentrici (tofu e ‘nduja, caponata e genovese). Nei nostri assaggi: l’ostrica è accarezzata come vorremmo fosse sempre nel fine dining (con chutney di pesca, brodo di pesca tabacchiera, ponzu e quinoa), il risotto (Riso, riccio, mandorle e caffè) è molto buono, l’Anatra alla brace con salsa di ciliegia, scalogno arrostito, purea di patate allo yuzu e toffee ai porcini è semplicemente perfetta, grandissimo piatto. Un consiglio? È un locale giovane, non insegua nel servizio i rigidi formalismi della classicità stellata, che tanto son ormai anacronistici.
classe 1974, giornalista professionista, si è a lungo occupato soprattutto di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa esattamente l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta sui viaggi e sulla buona tavola. Caporedattore di identitagolose.it
+39037386112
Tavoli all’aperto
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classe 1974, giornalista professionista, si è a lungo occupato soprattutto di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa esattamente l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta sui viaggi e sulla buona tavola. Caporedattore di identitagolose.it