Gastrocratico. Pare essere questa parola al centro del progetto di Sine, e di Roberto di Pinto, che guida questa insegna, inaugurata a inizio dicembre 2018. L'ha coniata e registrata lo stesso chef, e nel menu viene definita come l'unione tra le parole "gastronomia" e "kratos", quindi potere in greco antico. "Potere alla gastronomia - si legge ancora nell'introduzione alla carta - non per esaltarla a mera esibizione, ma per renderla libera da vecchi preconcetti (...). Una cucina capace di arrivare a tutti". Ne consegue principalmente un menu da cinque portate, proposto a 45 euro.
Che non è però l'unico: gli altri sono più articolati e ambiziosi, uno dedicato a una rilettura personale della tradizione (Sine Tempore, a 65 euro), uno al racconto libero e personale delle idee dello chef (Sine Confini, a 95). L'altro termine cruciale per comprendere la proposta di questa insegna sta proprio nel nome, con il riferimento al "senza" latino. Si suggerisce quindi la ricerca dell'essenzialità dei sapori e delle preparazioni, della sottrazione di ciò che è superfluo e sovrastrutturale.
Il locale è davvero piacevole, arredato con gusto contemporaneo, con una personalità nel contempo discreta e riconoscibile. I piatti sono nel solco delle attuali tendenze e colpiscono nel segno soprattutto quando prendono spunto dalle radici meridionali dello chef, come accade nell'ottimo Risotto alle cime di rapa, salsa di burrata e nocciole croccanti, o nella riuscita Pizzetta fritta, friarielli, palamita e basilico, encomiabile soprattutto per un impasto morbidissimo e leggero, tinto di nero di seppia.
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giornalista milanese nato nel 1976, a 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Autore e conduttore di Radio Popolare dal 1997, dal 2014 nella redazione di Identità Golose.
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