E' un equilibrio interessante e affascinante quello raggiunto da questa insegna milanese inauguriata a fine 2018. E' sicuramente un locale contemporaneo, dal look piacevolmente minimal, con una cucina che non si ferma mai alla semplice riproposizione del già visto, di ciò che è codificato e tramandato. Ma con la sua atmosfera leggera, nonchalante, riesce a essere anche un ristorantino di quartiere, dove tornare spesso e sentirsi a casa.
La cucina si basa su un pilastro solido e rassicurante: la selezione meticolosa di ogni materia prima, che ci ricorda come uno dei due chef, Federico Fiore, arrivi da quella scuola sempre più importante per la ristorazione milanese che è il Ratanà di Cesare Battisti. Con questi ingredienti deliziosi, l'estro di Fiore e del suo socio ai fornelli Mattia Grilli ha carta bianca. E trova in particolare la sua massima celebrazione tra gli antipasti, sempre curiosi e invitanti: un consiglio che ci sentiamo di fare è di prenderne diversi, anche più del numero dei commensali, per poi condividerli con spirito giocoso e divertito.
Così ci si può ritrovare in un inverno meneghino a farsi ristorare da delle insolite e saporite Merguez di montone "fatte in casa", servite con verza e cumino, o dal felice incontro tra Aringhe, stracciatella e pioppini; o invece a farsi coccolare dall'opulenza della Pancia di Mora Romagnola accompagnata da Porter e patate, o ancora dalla semplicità impeccabile della Tartare di Vacca Podolica al fumo di timo. Decisamente contemporanea la carta dei vini, che celebra con intelligenza la nouvelle vague delle produzioni naturali.
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Tavoli all'aperto
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giornalista milanese nato nel 1976, a 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Autore e conduttore di Radio Popolare dal 1997, dal 2014 nella redazione di Identità Golose.
Twitter @niccolovecchia