Una volta si veniva in questo indirizzo di Copenhagen per assaggiare una delle cucine più avanguardiste del pianeta, quella di René Redzepi e del suo Noma. La storia del trasloco, qualche chilometro più a nord, del ristorante più influente di Danimarca è certamente nota. Meno celebrata, almeno dalle nostre parti, è la storia dell'insegna che occupa dal 5 luglio 2017 quelle sale. Si chiama Barr e Redzepi c’entra ancora, anche se non in prima persona: il suo socio al centro della scena si chiama Thorsten Schmidt, anch'egli danese, chef affermato e molto apprezzato, soprattutto dall'amico René.
Se però Schmidt è stato celebrato nel passato per una cucina che definiva "ribelle", di creatività assoluta, il suo attuale progetto ha invece caratteristiche essenzialmente diverse. Barr è un casual restaurant, la cui proposta gastronomica si basa sull'idea di fondere e interpretare le tradizioni della "european beer belt": una cintura di paesi birrofili che disegna un arco partendo dall'Islanda, toccando le isole britanniche, tutti i paesi Scandinavi, la Germania, l'Austria, fino a risalire sino alla Finlandia. Le possibilità sono dunque molte e la "nordic cuisine" che si pratica in questo ristorante è certamente più eclettica e includente della media.
La carta, rinnovata con ogni stagione, offre una dozzina di piatti e un piccolo degustazione di 4/5 portate. Molto interessante il menu di abbinamento birre, un percorso tra le eccellenze di piccoli produttori da tutto il mondo: si affianca a quello dei vini e viene consigliato per godere appieno dell'esperienza Barr.
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Tavoli all'aperto
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giornalista milanese nato nel 1976, a 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Autore e conduttore di Radio Popolare dal 1997, dal 2014 nella redazione di Identità Golose.
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