Poco fuori Piacenza c’è un’osteria, pardon, Ostreria, fondata da tre fratelli, che di cognome fanno Pavesi (Camillo, Giacomo e Giuseppe). Ci sono anche tutti gli ingredienti per stare bene: una cucina rassicurante, con tocchi di tradizione dura e pura, cresciuta negli anni in qualità grazie alle materie prime freschissime e vivide, scovate da Giacomo, l’oste.
I salumi, non solo piacentini, presentano stagionature perfette, così come i formaggi, spesso accompagnati con le mostarde o le conserve prodotte nel loro stesso laboratorio. In stagione si possono gustare prelibati funghi, che sono pure essiccati per la Bomba di Riso alla piacentina (ricetta quasi scomparsa dalle tavole locali: è uno sformato di riso con piccione, altamente goloso). Tra cervella fritte (magistralmente), Plin ripieni di coniglio e saltati con le animelle e cacciagione, trovano posto il Cappon Magro di pesce d’acqua dolce e lo Storione, declinato in più parti, tanto da poter rappresentare un menu da solo (Giuseppe si diverte a cucinare, per i più fortunati, la testa).
La cantina è monumentale e cresciuta di pari passo con la qualità, sempre nel segno della ricerca e della passione viscerale di questi ragazzi.
piacentino, classe 1988, ingegnere&ferroviere. Mosso da una curiosità gastronomica continua, ama definirsi “cultore delle cose buone”, essendo cresciuto in una famiglia dove si faceva tutto “in casa”. Crede fermamente nella buona tavola come creatrice di legami, ricordi ed emozioni vive. Instagram @lucafarina88
Tavoli all’aperto
piacentino, classe 1988, ingegnere&ferroviere. Mosso da una curiosità gastronomica continua, ama definirsi “cultore delle cose buone”, essendo cresciuto in una famiglia dove si faceva tutto “in casa”. Crede fermamente nella buona tavola come creatrice di legami, ricordi ed emozioni vive. Instagram @lucafarina88