Prima di tutto, sfatiamo un mito: Torino, capitale sabauda notoriamente poco incline alle novità anche gastronomiche, non è più il regno indiscusso di Gran Bollito o Brasato al Barolo. Lo dice perfino il quotidiano inglese Independent, che di recente l’ha proclamata meta ideale per turisti vegani, addirittura davanti a città come Berlino o San Francisco. Lo conferma il numero di trattorie, fast food e gastronomie “verdi” sorte sotto la Mole negli ultimi anni, una cinquantina.
Fra loro, merita sicuramente un posto d’onore questa recente insegna trasferita da via San Quintino, dove rimane comunque un bistrot in tema veg della stessa proprietà. Un locale moderno, chic e informale, fra pareti azzurre e tavoli in legno chiaro, ben diverso dai “soliti” vegani: qui infatti si parla di alta cucina, e di alti gusti, per mano di un “cuoco delle terre” (sua la definizione) di tutto rispetto come Antonio Chiodi Latini, forte di solide esperienze e convertito anni fa alle filosofie steineriane. Ma non chiamatela cucina vegana: lui preferisce “Vegetale creativa”. Quindi, largo a materia prima solo vegetale, cucinata e abbinata in modo mirabile, dinamico e innovativo.
Assaggiare per credere (soprattutto la sera, a pranzo l’offerta è più semplice) piatti tipo Vitelotte (buccia di patata vitelotte, caramello al bergamotto, tamari, foglia di rapa e maionese di soia), Il gusto del mare (lattuga in crema con agar agar, salicornia, foglie di ostrica, aloe, grano saraceno) o Infedele (peperone di Carmagnola, cuore del cavolo verza, multicereali tostati, miele di tarassaco). Qui, que viva veg!
+390110260053
+391119781256
origini bergamasche e infanzia bolognese, oggi è milanese ma anche cittadino del mondo. Come critico/giornalista prima musicale e poi enogastronomico, abbina da sempre le sette note a vini, piatti, cantine e hotel. Adesso, anche nei panni di Music Designer e Sound Sommelier (psmusicdesign.it). Da vero Bulliniano, ha un debole per gli chef creativi che vanno comunque oltre