Costanza e qualità, unite alla passione. Sono gli ingredienti della formula che mantiene questo portacolori della cucina vegana in Friuli Venezia Giulia ai vertici della ristorazione regionale.
Max Noacco riesce a progredire con il trascorrere del tempo, confermando le capacità tecniche indispensabili per creare piatti così coinvolgenti. La sosta forzata per la pandemia lo ha portato a sperimentare una nuova produzione: il tempeh. L'alimento d'eccellenza (almeno per il talentuoso chef) nella cucina vegetale viene proposto in una versione "friulana". L'alimento di origine indonesiana in alcuni mesi dell'anno viene proposto con un originale legame con il territorio, ovvero con la versione composta da soia biologica e arachidi friulane coltivate nella pianura pordenonese. Le arachidi non essendo reperibili tutto l'anno lasciano il posto ad altri legumi di stagione. Molto gettonato il menu degustazione, composto da 6 portate, proposto a 50 euro nella versione con il dessert, o a 45 euro senza il dolce finale.
Dalla carta si possono provare alcuni piatti molto intriganti, come il "ritorno dal bosco" ovvero funghi shiitake italiani, crema di funghi champignon, granella di fave di cacao, riso soffiato e prezzemolo. Sempre con una versione regionale anche il Pink Lady, con grano saraceno risottato alla barbabietola, ortaggi croccanti, mela fresca, crema di yogurt veg all'aneto e aceto balsamico. Il servizio è molto attento e preciso nella descrizione dei piatti e nel dispensare consigli per gli abbinamenti, che possono essere con birre artigianali o vini del territorio.
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Tavoli all'aperto
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per lungo tempo redattore del Messaggero Veneto, divide la sua passione tra gastronomia e aviazione, soprattutto le Frecce tricolori