Prima di tutto, un dato statistico: dovessimo fare una classifica dei ristoranti italiani (presenti in questa guida) con le liste d’attesa più lunghe, certamente Condividere figurerebbe tra i primi 5. Per i 40/45 fortunati che possono sedere alla tavola principe della Nuvola di Lavazza, ce n’è ogni sera qualche centinaio che deve alzare bandiera bianca.
Dopo la nostra visita, datata febbraio 2022, appare chiaro che il merito va equamente distribuito su 3 fronti: i costi più che accessibili dei 3 menu degustazione (si va dai 75 euro per le 10 portate dei Classici ai 105 per le 14 del Gran Festival), una sala di ragazzi easy e super-in-gamba (il sommelier Stefano Quero passava agilmente da una saison catalana a un sake mieloso fino a un Borgogna atipico e pure conveniente) e, più di tutto, la tecnica e il palato di Federico Zanasi.
A quasi 4 anni dall’inizio dell’avventura, il cuoco emiliano ha conquistato un’indipendenza e una maturità totale. Sornione lui nell’attitudine, travolgenti invece i sapori che esprime attraverso i piatti: qui non c’è calcolo su acidità che devono intervenire per attutire grassezze, nessun pensiero su ‘interessanti note amare’, nessuna pippa sui destini del mondo. Qui si viene per godere, in ogni singolo assaggio: Ostrica e litchi, katsu sando, Foie gras come antipasto alla piemontese, Ramen di cipolle e calamari, Animelle al Vecchio Samperi… La cucina come festa e trompe l’oeil, inganno e felicità, libertà e sorpresa. Che a ben vedere è la lezione più preziosa di Ferran Adrià.
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laurea in Filosofia, coordina i contenuti della Guida ai Ristoranti di Identità Golose, collabora con varie testate e tiene lezioni di gastronomia presso scuole e università. Co-autore di "Cucina Milanese Contemporanea" (Guido Tommasi editore, 2020)
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