Siamo a Punta Secca, nel paese della casa di Montalbano, il noto commissario dei racconti di Camilleri. A Joseph Micieli, patron e chef del ristorante Scjabica Cuoco Pescatore e di altri due locali, sempre nel ridente borgo marinaro (la trattoria, Cucina Costiera by Scjabica, e Scjampagne, luogo per l'aperitivo, tra cocktail, vini e una ricercata proposta di tapas di mare), il compito di far parlare il mare di questo meraviglioso, quasi selvaggio, lembo di Sicilia.
Lo chef si pone come un profeta, seleziona la materia prima dal suo fido pescatore Umberto, se non va lui stesso a pescare, e la maneggia rispettandone l'anima, esaltandola nella sua integrità. Pochi tavoli nella saletta con la cucina a vista e una veranda che guarda diretta il mare. Joseph interagisce con l'ospite, rendendolo partecipe della sua missione, del suo fare e donare un pensiero di cucina e le gesta di un cuoco-pescatore. Il Gran crudo di mare, consigliato per due persone, sembra una barca appena giunta a riva, colma dei frutti più belli e rigogliosi delle maree.
Al centro Tartare di tonno rosso con cucunci e acciughe del Cantabrico, poi scampi, canocchie, gambero rosso, carpaccio di alalunga, gamberoni, sardine, compongono un golosissimo quadro di mare. Altro inno al mare è lo Spaghettone di grano russello ai ricci, purezza assoluta ed elevazione al cubo dello iodio, in profumo e gustatività. Il pesce spada "abbuttunatu" (in dialetto vuol dire chiuso, farcito) svela la voglia dello chef di dialogare con la materia prima spostarla su un piano di sofismo compositivo.
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Tavoli all'aperto
classe 1976, formazione giuridica. Il suo primo lavoro è fare la mamma. Motore della sua vita sono i viaggi e la gastronomia. Viaggiare tra piatti e territori