Ancora una volta, per il quarto anno di fila, Belé non si smentisce. In quel “piccolo luogo di pregio” (come accenna il suo stesso nome), nulla è lasciato al caso. Una volta varcata la soglia del locale, si è subito catapultati in un’altra dimensione, ben lontana dall’allure bohémien del quartiere in cui si inserisce. Luci soffuse, musica d’atmosfera, arredi eleganti fanno da cornice a un servizio attento e curato senza però cadere nella formalità pomposa e artificiale dei classici ristoranti pettinati. L’ambiente risulta infatti caldo e accogliente.
Un po’ come i piatti, raffinati e cromaticamente armoniosi, ma di sostanza. Alla base, ingredienti dai sapori decisi ingentiliti e valorizzati da altri, più delicati e freschi, (tutti rigorosamente di stagione!) rendendo il prodotto finale perfettamente bilanciato in termini di gusto e consistenza. Si pensi all’Aringa affumicata con fondente di cipolla, mele caramellate e aceto balsamico o il Risotto con mostarda di fichi neri e zola piccante o, ancora, la Spuma di patate dolci con cialde di peperone, crumble al cacao, peperoncino e liquirizia.
Poco più di un paio di proposte per categoria in virtù della filosofia portata avanti da Giulia Ferrara, la stagionalità prima di tutto. Non mancano i fuori carta, in questo periodo degni di nota i Ravioli di zucca con salvia fritta e noci. La limitatezza del menu (suona come vezzeggiativo ma così non è) è controbilanciata da una più estesa carta dei vini con un’offerta molto interessante. Belé è il riassunto di una cucina genuina che non rinuncia a quel tocco sensato di ricercatezza.
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Tavoli all'aperto
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pugliese, classe 1995. Laurea in Traduzione Specialistica e Master in Food & Wine Communication all'università Iulm, è una globetrotter alla costante ricerca del prossimo piatto da assaggiare e del nuovo posto da scoprire.