Con la globalizzazione che ha avvicinato mondi lontanissimi, i primi a giovarcene siamo stati noi, che abbiamo accorciato quel filo rosso che ci lega da sempre al Giappone. Tra Italia e Sol Levante c’è un’attrazione istintiva, figlia della medesima venerazione per la materia prima e per le cose fatte bene. Una liaison che negli ultimi due decenni ha dato vita a insegne felici, che pescano il meglio dall’uno e dell’altro mondo.
Se a Milano o Roma gli esempi del sincretismo intercontinentale si sprecano, nel Sud Italia quasi non esistono. Per questo sediamo sempre con gioia alla tavola di Giorgio Scarselli e Fumiko Sakai, il primo epigono e direttore del ristorante dello stabilimento balneare più noto tra Penisola e Costiera, la seconda cuoca originaria di Yokosuka, al timone della cucina da due stagioni. Giorgio conosce perfettamente le materie prime degli orti e del mare all’ombra del Vesuvio, Fumiko le accoglie crude abbellendole (il Carpaccio di merluzzo con insalata di rinforzo), arrostendole (il Carciofo di Schito con salsa di biscotto rococò e arance) o friggendole (provate i Cinque fritti che piacciono a Riccardo).
Lo fa sempre con una certa grazia estetica, con un lampante amore per il colore (Risotto triglie e curcuma) e una certa generosità nell’impiatto e nell’intreccio dei sapori. Il resto lo fanno calici di vini mai banali, da sorseggiare con tutta la calma del mondo su una terrazza clamorosa.
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Tavoli all'aperto
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classe 1973, laurea in Filosofia, giornalista freelance, coordina i contenuti della Guida ai Ristoranti di Identità Golose dalla prima edizione (2007), collabora con varie testate e tiene lezioni di gastronomia presso diverse scuole e università.
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